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agli sproni. Sicché quando l'auriga vedendo l'aspetto che gli desta amore si sente tutto quanto infiammato nell'anima e pieno di dolcezza e degli stimoli del desiderio, quello de' due cavalli che presta facile obbedienza al guidatore, frenato dal pudore, allora, come sempre, si ritiene per non investir l'oggetto amato, ma l'altro non cura nè degli sproni nè del flagello dell'auriga, e saltando si lascia straportare dall'ardore, e senza dar ascolto a nulla fa violenza al suo cavallo compagno ed al condottiero di avvicinarsi all'oggetto amato per amor dei piaceri di venere.

Quelli in sulle prime indignati fanno resistenza perchè costretti ad atti malvagi e contro al dovere, ma finalmente quando non ci è nessun verso d'impedire il male, si avanzano portati da lui, cedendo e promettendogli di fare ciò che vien comandato. Ed eccoli giunti d'appresso a quello e vedere la faccia risplendente dell'amato; e mentre il condottiero sta a guardare, si richiama alla mente l'essenza della bellezza, ma la vede un'altra volta andare assisa nel suo candido seggio in compagnia della temperanza, e veduta, si atterisce e si lascia cadere per riverenza all'indietro, ed è costretto in questo, di tirare a sé con tanta forza le redini da far sedere sulle gambe i due cavalli, uno di buona voglia perchè non fa contrasto, ma l'altro riluttante per la sua molta sfrena-