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torno alle quali cose soleva disputar molto Anassagora, ne trasse quello che gli poteva giovare per l'arte della parola.
Fed. E che vuoi dire con ciò?
Socr. Appunto che il modo tenuto dall'arte rettorica è lo stesso tenuto dalla medicina.
Fed. Come sarebbe?
Socr. Nell'una e nell'altra si ha da spiegar bene la natura, in questa la natura del corpo, in quella, dell'anima, se tu vorrai non solamente per uso e per pratica, ma per ragion di arte, con rimedi, ed alimenti somministrati, dar salute e vigoria agli altri uomini, e con discorsi ed ammaestramenti opportuni persuadere ad essi ciò che vuoi, e trasmettere la virtù.
Fed. Questo è naturale, o Socrate, come tu dici.
Socr. Or credi che si possa conoscer bene la natura dell'anima senza che tu conosca la natura universale?
Fed. In verità, se si ha da credere ad Ippocrate discendente da Asclepiade, neppure il corpo si può conoscere, tenendo un modo diverso.
Socr. Egli dice pur bene, o mio caro; ma bisogna oltre alla parola d'Ippocrate, esaminare se la ragione si accorda con le cose affermate da lui.
Fed. Sì.