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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 73


Chista ’un è toppa1 chi si grapi e ferma.
— Cu ’la Gran Curti comu si cci parra?
Pocu paroli e cu’ l’ucchiuzzi ’n terra,
L’ omu chi parra assai sempri la sgarra.
Cu la so stissa vucca si disterra2.

E con questo linguaggio malamente scaltrito insegnasi l' omertà3, principio di malandrinesca educazione per la mafia. Così alla scuola della ribalderia l’inesperto giovane a sua volta s’addestra, finchè di recluto passato a lampiere, a grado a grado salirà alla dignità di camorrista4.

La camorra, piaga vecchia nel Napoletano, in onta alla vigilanza della polizia, ha il più delle volte sua stanza nel carcere, perciocchè là a furia di delitti può chicchessia riuscire a costituirsene capo. Tiene i fili del malandrinaggio così interno come esterno; ne detta le leggi; organa le ruberie e gli assassinamenti da fare, gli espedienti de’ quali giovarsi affin di riuscirvi a man salva; decide le partite d’onore; sovraintende alla sicurezza de’ suoi affiliati, ovunque essi ritrovinsi, ed a

  1. Toppa, serratura.
  2. 2 Notisi bellezza di questo verbo disterrare per esiliare.
  3. Omertà, astr. di uomo di mafia. Sulla mafia, l' omertà, ecc., vedi gli Usi e Costumi, vol. II, p. 287. (Nota della pres. ediz.).
  4. Recluto è il novizio, come altrimenti dicesi, del camerone; primo grado della gerarchia malandrinesca; lampiere, colui che in nome del camorrista impone il pagamento della lampa al nuovo giunto in carcere; il quale se per avventura sentasi forte abbastanza da stare a fronte del mandatario, rifiuta di pagare, e passa a un duello con lui; se lo ferisce, ne prende lì per lì i pieni poteri.