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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 45


nente, si abbandonava all’improvviso cantando le lodi del santo frammischiate alle proprie lodi. Ad un primo subentrava un secondo, un terzo, un quarto poeta: tutti ripetendo canzoni; talvolta entrando in disputazioni quanto vive altrettanto clamorose. I pardons dei Bretoni, di cui affettuosamente s’intrattiene il Visconte de La Villemarqué1, possono dare un’idea di queste ed altre simili adunanze popolari religiose.

Del resto, quel che avviene per l’improvviso avviene altresì pel canto de’ rispetti quando si susciti una gara tra due persone. Chi non s’è trovato mai ad assistere a questi vaghi spettacoli, che pur si ripetono in mezzo ai. lavori campestri, specialmente nel tempo della mèsse? Un uomo e una donna, o anche due giovani si mettono a gara (a riatta), ciascuno in casa sua, l’uno in lodare il gentil sesso, l’altro in biasimarlo; il canto si alterna, si continua senza posa, e chi cede (scaca), o avrà perduto la partita, o avrà in sempre nuovi canti lo scacco matto del contendente2. Simile canto prende in Alimena il nome di Ruggiero, onde Cantari lu Ruggieru importa colà cantare rispetti gareggiando; frase la quale, sebbene in quel comune

  1. Barzaz Breiz, Chants pop. de la Bretagne, septième édition, Introduction, pag. LXXIV e seg.
  2. 2 Anche di queste gare comuni in Venezia parla il Dal Medico. Due gondolieri stando a distanza l’uno dall’altro cantano alternatamente; «cantano, dice il D’Ancona, finchè obbligato l'uno a tacersi per non saperne di più, il vincitore gli dà la destorna o baja, che consiste nel cantargli stornelli che scherniscono alla poca sua valentia». La Poesia pop. ital., p. 40. Firenze, Tip. Mariani, 1859.