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44 CANTI POPOLARI


Codeste disfide talvolta non hanno da far nulla con quelle che avvengono tra’ vari poeti siciliani allorchè per una festa, per una fiera, per una sollennità qualsiasi in uno stesso paese accorrono. “Allora, scrive il Vigo, nascono le gare tra gli ammiratori di questo o di quello, e dalle gare, le tenzoni tra i poeti che gli opposti partigiani fanno incontrare, e spesso inaspettatamente sotto un albero, una tenda, in una taverna, purchè siavi copia di vino, cui da capaci conche inaffii gli ardenti petti. Ai poeti è disdetta la prosa, sono disdette le armi di ogni maniera e prima della tenzone sono cercati se mai ne avessero; in versi salutansi, si sfidano e s’interrogano; per lo più da’ saluti viensi al proporre de’ dubbi, che devono sciogliersi improvviso; e da’ dubbi accendendosi la gara, a’ frizzi, a’ motteggi, e guai a chi si arresta, a chi non ha ubbidiente la rima, guai al vinto! La sua sconfitta mortifica i suoi ammiratori; il vinto ritirasi qualche volta vinto da fischi, vantando le antiche vittorie, provocando il vincitore ad altra tenzone, ad altra fiera, ed intanto il vincitore cionca allegramente, e strimpella sul colascione, sulla viola, o sul salterio, di cui ancora odesi il tintinno in qualche terra delle montagne„.

Un canto popolare siciliano celebra Carini per canto di poesia (Carini è pri cantari puisia). Tale celebrità nacque da un’annuale festa religiosa di quel paese a cui un tempo accorrevano fervorosi i migliori poeti e cantatori rustici della Sicilia. Una chiesa li accoglieva; e in mezzo al popolo plaudente o disapprovante secondo le simpatie o le antipatie, sopra un luogo emi-