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40 CANTI POPOLARI


nanne, delle quali non è persona che non apprezzi l’efficacia nel provocare il sonno de’ bambini. Li ninni-nanni, nnenne dei Napoletani, nannias de’ Sardi, pachielle de' Corsi, nannarisma degli Elleni, arieggiano nella forma con i rispetti toscani, anzi alcuna volta si direbber fatte sul loro stampo, ove ne seguissero i non frequenti mutamenti di costrutti e di parole, serbandone l'endecasillabo; questo brano giovi a dimostrarlo:

  E a la-vò, voli durmiri,
Havi sunnuzzu e nun lu sapi diri.
  A-la-vò, voli li canti,
Comu li figghi di li mircanti:
  Voli li canti, voli canzuni,
Comu li fìgghi di li bar uni.
  E a-la-vò!

Non meno delle sacre leggende e delle orazioni sono state neglette li Canzuni di Carnalivari, canti carnescialeschi, dei quali in nessuna raccolta italiana di canti popolari trovo un solo esempio. Son da disprezzarsi forse? E perchè? Delle canzoni onde Lorenzo dei Medici studiavasi colle notturne orgie far dimenticare a’ Fiorentini la spenta libertà non giunse fama al nostro popolo. Nulla di osceno, nulla di disonesto hanno questi allegri canti. Una maschera di pulcinella, che col suo colascione, un po’ per la voglia di mangiare alle spese altrui, un po’ per l'ambizioncella di farsi applaudire, viene a lodare una bella fruttivendola, una grassoccia cantiniera, una donnina qualunque, non fa male nè anche a quella, che per far la ri-