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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 37


purganti, il martedì a Sant’Anna, il mercoledì a San Giuseppe o alla Madonna del Carmine, il giovedì al SS. Sacramento, il venerdì alla Passione di G. C., ovvero a S. Francesco di Paola, il sabato a Maria, la domenica al santo che più aggrada al cantastorie. Quest’ ordine è alterato dalle feste che ricorrono nel corso dell’anno, perchè ognuna di esse piglia il posto del santo della giornata: onde si hanno le orazioni di S. Giovanni Battista a’ 24 di giugno, di S. Rosalia verso la metà di luglio, e via dicendo. E poichè per prendere questo posto i santi devono essere in grande venerazione presso il popolo, così i ciechi cantastorie, che sanno adattarsi a’ gusti e a’ sentimenti di esso, li celebrano con certi canti speciali sia in alcuni giorni della settimana e per più settimane di seguito all’avvicinarsi della festa, sia per nove giorni precedenti la festa medesima. Nel primo caso si hanno i mercoledì di S. Giuseppe, i venerdì della Passione (durante la quaresima) e di S. Francesco di Paola; nel secondo, le Novene di Natale, della Immacolata, della Madonna del Carmine, delle Anime de’ corpi decollati, ecc. C’è pure una tredicina in onore di S. Antonino, il protettore delle tonnare, a cui dopo una ricca pesca non mancarono mai fino a qualche anno addietro le offerte di grossi tonni, solite farsi pure a S. Francesco di Paola.

Tra’ canti sacri son da annoverare li Diesilli, con le quali si cerca di suffragare le anime de’ trapassati. Esse hanno da far poco coi triboli degli Abruzzi e di qualche luogo di Napoli, cogli attidos o attitidos di Sardegna, e colle nenie dell’antica Roma, un tempo