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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 35


pre alle canzoni, buone solo a figurare nei paeselli e presso i villani.

Accennerò più avanti alle leggende, volgarmente dette Storii; dico adesso che, ignoto come n’ è l'autore, varia ne è il metro, non sempre avvenendo che alla gravità dell’ottava tocchi la preferenza sulle altre forme poetiche. In dieci storie stampate, due sono a strofette anacreontiche, una a settenari, a quartine un’altra, polimetra una quinta; degnissima di considerazione la sopraccennata Storia della Baronessa di Carini, i versi della quale ora a due a due, ora alternatamente consonano.

Le brevi leggende sacre, a differenza delle lunghe, che conservano il nome di storie, s’intendono volgarmente Orazioni: e così delle une come delle altre molto rincresce che a’ due raccoglitori sia mancato l'agio di presentarne qualcuna. Endecasillabo il loro verso, ottave, sestine, quartine sono le strofe, che dopo di aver rimato fra di loro, fanno che gli ultimi due versi accordino a solo a rima baciata e servano quasi di cominciamento alla ottava seguente. Valga un esempio preso da una delle leggende sulla Passioni di lu Signuri:

  Quannu la Santa Matri caminava
Lu duci Figghiu so circannu jia,
Lu sangu santu la via cci ’mparava,
Ca pri li strati spargiutu l'avia;
Un pocu arrassu la trumma sunava.
Maria appressu la trumma si nni jia,
Ha scuntratu ’na donna pri la strata,
Idd’era la Vironica chiamata.