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32 CANTI POPOLARI


E questi appunto mi avverte mia madre di aver comunemente sentito chiamare Ciuri a la liparota o a la lustricana (venuti cioè di Lipari o di Ustica) quando più che quarant'anni addietro un tal di Arena, famoso cantatore di que’ giorni, veniva tenendo notturni nel sestiere di Santa Lucia al Borgo con allegra accompagnatura di chitarra battente.

Negli stornelli amorosi invocasi per lo più un fiore: Ciuri di lumia, ciuri d’aranciu, ciuri di rosa; il Mari mari! il Luna luna! in quelli di sventura, come nei canti di carcere l’Amaru mia, Giria e vôta, Muta e fa via, e in altri il Rusidda mia, Rosa d'estati, Rosa ciurita, Pippina cara, con tutti i nomi delle belle per le quali si canta. È sommamente raro che lo stornello tocchi al quarto verso: un solo ne trovo che ha fino al quinto; ma forse si tratta di mezza canzuna, preceduta dalla invocazione.

Componimento niente pregiato dal popolo, il ciuri dà non lieve fatica a chi vuol raccoglierlo, poco o punto essendo cantato dal campagnuolo, che ama a tenersi lontano dalle donne di malaffare e dalla gente di galera. Esso invece è comunissimo nel carcere, e può dirsi il canto prediletto de' chiassi; di che ben mi faceva accorto una buona palermitana, la quale, richiesta da me di codesti ciuri, arrossendo un poco mi rispondeva non senza qualche risentimento: “La si procuri dalle cattive donne queste cose, perchè io non ne so.„ E poichè io insistevo pregando, ella soggiungeva: “Queste canzoni ci cantano a lu 'nchiuituri e