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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 27


III. Metrica dei popolo siciliano.


I componimenti nei quali vengono tradotti i concetti de’ poeti colti sono l'ode, l’inno, l'elegia, il capitolo, la satira ed altri simili; nomi ignoti al popolo, che va tuttodì cantando Canzuni, Ciuri, Arii, Diesilli, Orazioni, Storii, Ninni, ’Nnimini, ecc. L’esame di questi componimenti popolari non sarà senza importanza pei lettori che mi vorranno benevolmente seguire nel corso di queste pagine. Io raccolgo qui tuttociò che di più singolare e di men noto ho potuto mettere insieme su questo argomento.

La Canzuna è come un rispetto toscano, comunemente intesa strambottu in Caltanissetta, sturnettu all’Etna; in Sant’Agata, paesello marittimo della provincia di Messina, è detta barcalora; marinara un tempo fu detta: e l’uno e 1’altro nome dànno a divedere come la canzuna sia il canto ordinario de’ barcaiuoli e de’ marinai. Havvene a la furnarisca, a la campagnola, a la vicariota, forse perchè solite udirsi dalla bocca de’ fornai, de’ carcerati, de’ campagnuoli, non tenendosi conto de’ carrettieri, che ne cantano ad ogni muover di passo, e delle tessitore (careri), generalmente celebrate pel modo onde ne sanno ripetere con delicata voce un numero considerevole. Le persone di città, le donne soprattutto, sogliono adoperare una cantilena un po’ più gentile della vicariota e della campagnuola, che però col protrarre la sua lamentevole appoggiatura riesce più simpaticamente mesta.