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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 15


Egli pensa che “dimostrata per dieci de’ nostri rispetti questa origine epica sarà come averla dimostrata per tutti; beninteso che dicendo tutti non può venirmi in capo di dire un tutti assoluto, giacchè la produzione direttamente lirica ha dovuto anch’essa aver luogo, ed esiste un visibilio di rispetti, che prima non furono mai ottave epiche; ma la lirica popolare italiana dall’epica prese origine e ricevette il primo alimento.

“Di questo poema antico non conosco che pochi frammenti. N’è tema la storia de’ felici ma sfortunati amori della figliuola di Pietro La Grua Talamanca signor di Carini con Vincenzo Vernagallo, barone d’Asturi; la ragazza fu uccisa dal padre il 4 dicembre 1563. Almeno così dice L. Vigo: io ci ho le mie difficoltà e credo che il fatto a cui si allude nel poema sia più antico assai, quantunque il poema abbia potuto esser rifatto e riportato al nuovo e consimile argomento.„

I frammenti sono sei, e al terzo, che incomincia:

  Vaju di notti comu va la luna,
Vaju circannu la galanti mia...,

l’Imbriani trova varianti di Messina, Lanciano, Napoli, Caballino, Arnesano, Piceno, Spoleto, Arpino, Umbria, Toscana; ed al quinto:

  Jivi a lu ’nfernu e mai cci avissi statu!
Quant’ era chinu mancu cci capia...,

ne trova eziandio dell’Umbria, Napoli, Lanciano e Toscana, come pure di Lecce, Airola, Piemonte, Venezia. Il poema della Baronessa di Carini rimonta, a parer suo, al secolo XIII.