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XX AVVERTENZA

dei cantatori le canzoni che mi occorrevano; ma nutro fiducia che lievi e di nessun valore debbano essere le particolarità di pronunzia qui non significate; e me ne dà argomento la intelligenza dei miei egregi cooperatori.

L’osservanza scrupolosa di questa pratica recherà un certo senso a quanti han conosciuto finora il nostro dialetto solo nelle classiche poesie di Giovanni Meli. Ma costoro si persuaderanno agevolmente che non tutta l’isola parla a un modo, giacchè il vernacolo varia da luogo a luogo per frequenti metatesi, paragogi, aferesi ed altre particolarità foniche.

Metter mano sui versi falsi o sulla struttura dei canti irregolari è un delitto; ed io mi son guardato bene dal farlo. Tuttavia in casi dubbi ho ricorso a persone del popolo, le quali in ciò, anche per la conoscenza che hanno di varianti di canzoni, valgono un punto più degli uomini di lettere; e loro mercè ho potuto qui ridurre un verso fuori misura (ed a ciò molto di frequente soccorrono le elisioni), là chiarire una frase storica, altrove spiegare un pensiero oscuro e quasi enimmatico.

Precede la presente raccolta un mio Studio critico sulla poesia popolare in Sicilia, pubblicato son già due anni, ed ora notabilmente ampliato: frutto di lunghe osservazioni, al quale, poichè nel suo nascere non mancarono liete ed oneste accoglienze, non men liete ed oneste ne aguro ora che si presenta adulto in compagnia dei canti che potranno fare ad esso ragione.

Ed intanto che mi professo grato a coloro che in Italia, in Francia ed in Germania fecero buon viso