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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 169


non congiunta certo al Friuli nè dalle lettere nè dalla storia. Gli esempî abbondano tra i Castigliani ed i Catalani; se non che, in Ispagna non si han sempre i versi tronchi. Canti storici o leggende beato chi ne trova nel Friuli; il più è voce di innamorati; o beffino, traditi, la traditrice; o soli ne’ propri dolori rammarichino, o in gentili affetti tentino un cuore non ancor vinto. Punture e scherzi ce ne sono1

Avendo come di volo esaminati i canti della penisola, dirò brevemente de’ canti insulari d’Italia.

La canzone sarda, quale ce la dà lo Spano, non data se non da questo e dal passato secolo: sarà gran ventura se qualcheduna rimonti al secolo XVI. Donde ciò in un popolo così ricco di memorie e d’immaginazione? V’ha chi studiasi di spiegarlo colla storia, e chi col sentimento trascurato o non animato. Le vere ragioni bisognerebbe cercarle là sul luogo. Non sono quindi, nè possono essere canti storici come quelli di Spagna, Germania; nè rammentano, salvo uno udito dallo Spano, lotte di Mori e di Aragonesi. Semplice come la forosetta che la modula, lieta come il cielo che essa dipinge, viva come la natura tutta che essa ritrae, la canzone sarda tratta della religione, dell’amore, del domestico focolare, delle feste di famiglia, delle sciagure, del tradimento: il lieto, il faceto, il tragico. Nelle poesie di vario genere i Sardi centrali hanno l’idillio, che è connaturato tra essi, e nel quale ammiri sobrietà di

  1. Canti d’amore nel Friuli (editi da E. Teza), nella Nuova Antologia, vol. IX, fasc. 3°, marzo 1867.