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166 CANTI POPOLARI


Le Furlane, canti esclusivamente donneschi, son motteggi fra contrada e contrada, tra paese e paese; onde sono delle vere satire.

La poesia popolare veneta non ha il colorito di quella del mezzogiorno d’Italia, la quale trae tutto dalla ridente natura nella quale s’ispira; e questo può scorgersi dalle invocazioni de’ fiori e dai paragoni delia donna colle più belle cose del cielo e della terra. Ma se manca il colorito, il sentimento abbonda, e l'affetto prevale alla immaginazione; cosicchè invece delle solite invocazioni: fior di rosa, fior di mentuccia, ecc., hai: sangue mio, viscere mie, anema mia, ecc., che sono estremamente rare in altri volghi italiani; la natura non molto variata e splendida nella veneta laguna spiega il perchè di tal differenza. Gli affetti, dal più al meno tenero, dal materno al patrio, dal religioso all’ amichevole, vi son tutti significati con le varie loro fortune e gradazioni sempre malinconicamente. Una vilota spira amor di patria:

  Viva Samarco e viva le Colone!
Viva Santa Maria de la Salute!
Viva i soldai che fa la sentinela!
Viva Samarco, e po’ Venezia bela!

Ed oh! quanto diversa da quest’ altra, che accusa le antiche fazioni di Castello e Cannareggio (sestieri lontani dal centro della città), e richiama alla vittoria de’ Nicolotti sui Castellani, operai dell’arsenale e della città, nei giuochi detti Forze d’Ercole al Ponte dei Servi: