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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 165


  De verde se ghe veste Fantanelo1
De rosso e de turchin quel viso belo.

Nel canzoniere del popolo italiano Venezia è ben rappresentata dalla ricca raccolta di Angelo Dal Medico, nella quale Vilote, Nanne, Intercalari o Nii fanno la bella mostra degli Stornei e delle Furlane. Le Vilote sono, come quelle di Verona, di quattro versi, che rimano tra di loro, l'ultimo, ripetizione del primo; alcuna volta sestine, ed altra ottave; nel cantarsi, alla fine del quarto verso hanno l’intermezzo di un breve intercalare chiamato nio o nido, appunto come in Sicilia le canzoni si alternano co’ fiori, e in Toscana gli stornelli col ritornello di una vivace arietta avente relazione colla cantilena e col concetto dello stornello medesimo.

Il canto si fa dalle donne in qualche cortile con l’accompagnamento d’un cembalo a sonagli; fino a un sessant’anni fa lo s’accompagnava al suono di un colascione, di un mandolino ecc.

Il nome stesso delle Nanne chiarisce il loro significato non meno degli Stornei, che in gran parte sembrano, piuttosto che nati, importati in Venezia dalla Toscana come nel Vicentino, nella Liguria, in Bologna. Avviene per essi quel che per i mottetti siciliani, cioè che le donne li tengono in poco conto, per roba senza sugo; noncuranza giustificata in Sicilia, ma che io non so comprendere in Venezia, dove gli stornelli sono il canto ordinario de’ gondolieri.

  1. Antanelo, aiuola.