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156 CANTI POPOLARI


che non i toscani: per guisa che può dirsi, i rispetti essere stati convertiti, mercè una invocazione, in istornelli.

E per contrario, brevi da due a quattro versi i rispetti del Piceno, de’ quali se ne togli un solo dagli ottantuno stampati, che parla di Venezia e del suo maritaggio con Bologna, il resto è tutto amore, anche i cinque che mostrano la più sincera venerazione pel Papa e per la città santa.

Ne’ rispetti toscani, più che negli stornelli, detti anche romanzetti nel Pistoiese e strambotti da Matteo Spinelli, Manfredi, Pulci e Redi, le lodi delle bellezze donnesche vanno a paro di quelle per l’uomo; non così gagliardo come ne’ Siciliani è l’amore, e la sua sfortuna è solamente riposta negli ostacoli del vicinato e della parentela, raddoppiati dalla ritrosia della bella. I corrucci non paiono in tutto corrispondenti a questo nome, e se si volessero porre a fronte dei nostri, essi sarebbero a dire tutt'altro che corrucci. In Toscana, come ogni cosa rivestesi di semplicità, così prende quel colore di gentilezza che fa mite e disarma la stessa ira: per modo che quando nel dolor dell’abbandono la donna dà del Giuda al suo amante, elle crede d’aver peccato tanto da doversi recare in pellegrinaggio a Roma per ottenerne l’assoluzione dal Papa. Nè l’uomo se ne adonta per questo, ned è lui che ne farà lamentanze e querimonie, forse perchè, colpevole di fatto, vede in coscienza che merita tanti affronti; pure non se ne sta dal dirle nel suo vernacolo montalese: