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154 CANTI POPOLARI


malmaritate,e con le doglianze degli amanti delusi nell’attendere il momento di un ritrovo con la loro fidanzata. Anche qui i pagani son traditori, e la donna, perchè ebrea, infedele all’uomo che la desidera. Un canto è uno de’ tratti più belli della Baronessa di Carini, e accresce il novero de’ riscontri e delle varianti che questa impareggiabile leggenda trova in tutta Italia. Tolti alcuni rispetti irregolari per la forma, gli altri fanno vedere che negli Abruzzi conservasi in tutto la forma della canzona siciliana. Di canzonette un saggio reca pure l’Imbriani, e in una ninna-nanna (nonna) c’è la progressione tanto frequente ne’ canti di Sicilia.

Scarseggiano in Umbria i canti d’amore innanzi a quelli sulle bontà femminili: rarissimi i canti di corruccio (tre o quattro ne’ cento pubblicati dal Marcoaldi), Negli accenni religiosi Roma sarebbe eccellente se il mercato delle sacre indulgenze tenutovi dalla sua corte non venisse a confermare anche stavolta che “chi Roma vede perde la fede„, perchè l’Umbria era provincia soggetta a Roma. Vediamolo:

  E le indulgenze ci vengono a soma;
Le vendon molto e costano ben poco,
Ce n’è tamanta1 fabbrica giù a Roma,
Che a tutto il mondo le mandan per giuoco.
  Ma è un giuoco che chi vince sempre perde,
E noi vincendo sem rimasti al verde.

  1. Tamanta è pure ne’ canti popolari corsi: «Eo non l’avia criduta.... tamanta ruina,» e significa: tanta. Il Cecchi ha orsi tamanta, e tamanto disonore è nella Tavola ritonda.