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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 149


ragione per la quale il popolo minuto va più presto giudicato dagli amorosi rispetti che dalle canzoni sacre. Scorrendo i canti erotici di Terra d’Otranto, tu credi leggere de’ canti erotici di Sicilia, tanta è la rassomiglianza che vi trovi; non hai, è vero, in gran copia e frequenza i paragoni superlativamente iperbolici della donna colle più sublimi cose di questo mondo e dell’invisibile, ma quando ve li hai, ne resti abbarbagliato e conquiso. Le lodi della donna son piene di esaltamento: angeli e santi, terra e cielo narrano la gloria di lei. Il sole, che pel poeta rustico siciliano è forte adontato perchè le maravigliose fattezze della zita nol fanno più affacciare, ha vergogna di sè in Terra d’Otranto per non avere o sapere onde vincerla. Santa Filomena, Sant’Anna, la Maddalena son le sole che possano sostenere il confronto della simpatica leccese, la quale è poco men che siciliana quando frizza e flagella chi le fece ingiuria o danno. Essa è neghittosa in un canto di quella terra, come in un altro del Pistoiese; ma se ricama, non è perditempo come apparisce in un rispetto della nostra provincia; e la ragione è questa, ch’ essa lavora solo per preparar di lunga mano il suo corredo, e quella per mestiere; laonde, come la famosa ricamatrice della Kalsa in Palermo, non istà una ora per infilare il refe nella cruna dell’ago, nè una settimana per compiere un fiore. Inoltre alcuni canti biasimano senza pietà la ladreria d’una panettiera, la malizia delle suocere, l’astuzia dai cantinieri di Calimera.

Tra gli accenni vari di regioni e paesi, ce n’è della