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XIV PREFAZIONE

velato le radicali differenze che esistono tra i canti del mezzogiorno ed i canti del settentrione d’Italia. Ma poichè quel mio lavoro è un trattato della poesia popolare in Sicilia, i cui fatti non potranno distruggersi per quanto alcuni giudizî possano non esser conformi alle teorie più recenti; e quei fatti, accettati e ritenuti dagli studiosi, vennero molto più tardi confortati ed arricchiti con un nuovo volume di Studi di poesia popolare1, così non ho voluto per nulla ritoccarlo, pronto a ritenere la parte che mi possa spettare di demerito per le mie teorie arrischiate, o di merito se alcuna cosa io rivelai primo, o misi in evidenza, o formulai nella poetica popolare siciliana o in quella dell’Italia continentale. E poi, come rimetter mano ai capitoli sui canti popolari non siciliani se la bibliografia di essi forma oramai un libro per sè? 2.

Le noterelle sparse qua e là nello Studio critico e nella Raccolta tutta, e particolarmente quella apposta alla leggenda della Principessa di Carini3, gioveranno a chiarire il mio pensiero.

I canti della prima edizione erano 1006, raccolti in


    de la Poesie populaire lyrique en France au moyen-âge (Paris, Hachette, 1889) e Tiersot, Histoire de la Chanson populaire en France (Paris, Plon, Nourrit et C.e, 1889).

  1. Palermo, L. Pedone Lauriel, edit., 1872.
  2. Questa bibliografia entra nell'opera da me già cominciata a stampare: Bibliografia delle Tradizioni popolari d’Italia (un grosso volume in 8° gr. a due colonne; Palermo, Clausen), nella quale i soli titoli di pubblicazioni di canti superano gli 800.
  3. Pag. 128, nota 4.