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126 STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI


per la posizione topografica dell’isola, i Siciliani doveano tenere coll'estremo Oriente, che pel Mediterraneo riversava sull’Occidente le sue ricchezze. La Sicilia era il punto di convegno per le spedizioni crociate, e Messina il porto quasi necessario al passaggio delle navi che le fiorenti repubbliche di Genova, Pisa, Venezia ed Amalfi inviavano sulle spiagge del Levante. In Oriente vorrebbe spingere i Siciliani suoi Ruggiero quando vince Corfù, l'Acarnania, l'Etolia, la Beozia, Tebe, Corinto; d’onde, fra’ tanti tesori, trae grandissimo quello della manifattura della seta; fin sotto le mura di Costantinopoli, che dalla parte dei giardini imperiali fa arditamente scalare, li spinge l’Ammiraglio Giorgio antiocheno (1149); in Costantinopoli, uscendo di Romania, quattromila ne restano prigioni de’ tanti inviati da Guglielmo a difesa di Alessio Comneno, e un’armata di dugento galere, delle quali gran parte siciliane, nel 1188 in soccorso de’ Cristiani d’Antiochia, Tiro, Tripoli ecc.; in Palestina Federico II lo Svevo conquista con lieve fatica il territorio tutto tra Tolemaide e Gerusalemme, e lo aggiunge alla corona siciliana, e con l’autorità del nome suo e per suo conto le nostre merci per terra e per mare corrono fino alle Indie, rispettate dagli stessi Sultani d’Oriente1.

Forse mi si potrà opporre che l’Oriente del popolo

  1. «Prima della sua morte avea Federico ricevuti dodici camelli carichi d’oro e d’argento: il che fu cosa da credere, perciocchè ei trafficava con tutti i Sultani d’Oriente, e con le sue merci i suoi negozianti correvano a conto di lui sino alle Indie per terra e per mare». Mathaei Paris, Hist. Angl., ann. 1251, pag. 514.