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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 117


genere più o meno fantastico, il Condannato a morte, i Due amanti, il Testamento di un povero, la Carestia, la Pestilenza ecc. Se non che, io ritengo letterarî o semi-letterarî questi ultimi canti, non meno che alcuni di quelli relativi alla fine sciagurata di Gioacchino Murat, alle Rivoluzioni del 1820,48, 60, ai Carbonari ecc., che formano come una storia politica e civile del secolo XIX. Differenza utile a farsi per tutti i canti in genere, i quali allora si dicono popolari tradizionali quando furon fatti dal popolo o pel popolo, quando ignoto ne è l’autore, quando cantano affetti e sentimenti assolutamente popolari, quando conservano quella forma che i poeti amanti del popolo si sforzeranno d’imitare con buon successo. Perciò mi pare opportuno di avvertire che, stando ai canti pubblicati dallo Spano, rare volte mi contentano le canzoni popolari sarde logudoresi1, nessuna delle quali, checchè ne pensi il Boullier2, a qualunque altra d’Italia per forma si assomiglia; rare le altre che non portino il nome del loro autore, come quelle che, formate per una data occasione ad invito di un giovine innamorato o di una giovane, diventano retaggio della famiglia più presto che del popolo3. E non di meno,

  1. Questo scrivevo 22 anni fa, e questo ho confermato testè con un opuscolo Per la storia della poesia popolare sarda; Palermo, tip. del Giornale di Sicilia, 1889.
  2. Le dialecte et les chants populaires de la Sardaigne, par Auguste Boullier. Paris, Dentu 1864.
  3. Come in Sardegna così anche in Brettagna si va dal poeta rinomato del paese, e lo si prega a comporre un canto a pagamento sul