Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/133


STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 107


Mmalidittu cu’ nasci a sti paisi!
Trovi li Giuda pri li casi casi,
E si pigghi li vòscura e li ddisi1
Murirai dispiratu di miciaci2.


Ma tant’è, dal 1300 al 1500, se non si trae lume da qualche canto di sventura di famiglia, da qualche altro che di volo ricorda la regina Giovanna di Napoli, da qualche leggenda e da’ proverbi, tutto è buio fìtto. L’avvenimento più notabile, che attira la nostra attenzione, non è anteriore al primo trentennio del secolo XVI, ed è il lagrimevole Caso di Sciacca (1529), cagione di pianto e di dolore all’isola, già troppo contristata da soprusi di ministri, da baronali prepotenze, da piraterie barbaresche.

Fuori di Sicilia non è così noto come tra noi è famoso lo scellerato assassinio del Barone Perollo, perpetrato per antichi rancori di famiglia in Sciacca dal Conte Sigismondo de Luna, ed oramai rimasto proverbiale3; ciò non ostante non può la storia passarsi dal consacrargli una pagina d’infamia pel patriziato d’allora, che commetteva a’ suoi sgherri e sicari rapine ed ammazzamenti da raccapricciarne qualunque cuore pietoso. Il popolo, rimanendo freddo spettatore o attore

  1. Vòscura, plur. di voscu, boschi; ddisa, pianta di monte, spontanea, le cui foglie servono a’ villici di stroppa, e i gambi a molti altri usi.
  2. Muriri di miciàciu, morire di fame; nella provincia di Trapani è femminile, miciàcia.
  3. E ch'è lu Casu di Sciacca! dicesi d’un fatto del quale si meni scalpore. — Farò un Casu di Sciacca! minaccia chi vuol fare un casaldiavolo d’una cosa.