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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 87


E principal norma di benessere civile e di pace do mestica è appunto questa: ch’egli si tenga lontano dalle donne. Innumerevoli le sue astuzie, diaboliche le sue arti, messe in opra anco nelle più innocenti azioni, anco nello adempimento de’ doveri religiosi. Laonde, se ella si vede ricercata e stimata, si mostra ritrosa, e fa le viste di disdegnare un amore che non può non sentire; e quando si reca in chiesa e abbassa gli occhi fingendo di arrossire perchè il giovanile crocchio della strada fa ala al suo passaggio, non è già che li abbassi per vergogna, ma per timore, vedi malizia d’una verginella! che la morte venga a toglierla di vita in quello istante benedetto; e se sbisoria paternostri ed ave, la sua mente vola all’amore. Non è dunque un gran matto chi si ostina a riporre fede nelle donne? Più lunga la sa chi ripete ogni mattina la giaculatoria:

Scrissi cu la sò pinna Ciciruni1ː
Pazzu.chidd’omu chi a li donni cridi... 2

.

Se ella poi esercita un mestiere, guai a chi capita nelle sue reti! Codeste donne non sogliono riuscire a buona fine, parte per la infingardaggine e la indolenza, parte per la civetteria che del continuo trova in esse

  1. Cicerone è per avventura un personaggio molto popolare in tutta Sicilia. Consimile popolarità godono S. Agostino e S. Tommaso, e lo prova senz'altro la frase comunissima: Parra quantu un Sant’Agustinu, o quantu un San Tumasi.
  2. A pag. 23 della Terza Raccolta di varie canzoni ecc. XI ediz (Napoli, pei tipi Avallone) è lo stesso canto di origine letteraria e incomincia:

    Colla sua penna scrisse Cicerone ecc.