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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI | 85 |
vere per via d'esempi e di similitudini. Questa etica, senza lo stereotipo frasario degli uggiosi moralisti, ci ricorda che la nostra vita è passeggiera, che numerati sono i nostri giorni, che da un momento all’altro possiamo venir còlti in peccato:
Si cci sugnu oggi, ’un cci sugnu dumani,
Pirchì mi trovu avanzatu d’età;
Sta pruvidenza, sta turri, stu pani,
Havi a finiri, e lu quannu ’un si sà.
Io quantu prima mi cogghiu li lani1,
E su’ a lu passu di l’eternità;
Mentri si metti a ’bbajari lu cani,
Pinsati ca lu lupa si nni và2.
Questo è canto di poeta che banchettando (secondo la tradizione) su una torre, non dimenticava ciò che tutti sogliamo dimenticare negl’istanti del piacere; ma Pietro Fullone ammonisce a non giudicar dalle apparenze, perchè novantanove su cento esse ingannano: e ben lo poteva dire lui, che sotto il vestito del rompipietre chiudeva l'anima più gagliardamente poetica del suo tempo.
Cento altri canti alla loro volta ti ammoniscono a non esser corrivo nel sentenziare e nel fare, perchè La gatta priscialora fa li gattareddi orvi; ma paziente, perseverante, longanime, nè per avversa fortuna disperarti, giacchè non sempre dura il mal tempo; esser severo co’ figli, e pensar bene che le soverchie carezze