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PREFAZIONE IX


Dai quaderni di Casteltermini scelsi cinquantun canto, confusi in mezzo alla solita roba artistica: e credo di non essermi ingannato nella scelta. Pure diffidando del mio giudizio d’allora ho voluto qui ridurli di dieci, quei dieci che mi son parsi discutibili rivedendo il manoscritto rimesso testè a mia disposizione dall’egregio possessore.

Questo pei brevi canti lirici del primo volume. Pei narrativi del secondo son lieto di rivelare un fatto che potrebbe lusingare l’amor proprio d’un giovane di venti anni addietro.

Tra le leggende d’argomento profano, una intitolata: Il Barone, era polimetra, e me l’avea mandata in mezzo a molti canti e indovinelli il prof. Alfonso Accurso di Resuttano. “Studiando il componimento (osservavo io allora, p. 119) vi ho scòrto una forma se non poco meno che letteraria, certo non tutta popolare, massime pel polirnetro e per certe espressioni che non son da popolo; ma l’egregio amico mi ha risposto: "Il canto, senza verun sospetto, è di origine popolare, quantunque polirnetro „. Tuttavia i miei dubbi non si dileguano, e sarei contento se altri mi provasse il contrario del mio supposto„.

Nessuno mi provò il contrario; invece l’Accurso, in un momento di resipiscenza, mi diede piena ragione dichiarandomi essere stata quella pretesa leggenda una sua composizione sopra un racconto del suo paese. Non occorre dire che il mal riuscito tentativo non ricomparisce nella presente ristampa e, come quello, così pure i nn. 964, 973, 976, sulla fattura dei quali io non sono senza forti dubbi.