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a’ quali si raccomandano non pure le donne di malaffare e tutti coloro che guadano l'Oreto, ma altresì le buone mogli, le madri affettuose, le devote figliole. Nè questa è devozione della nostra provincia soltanto; perchè ho dovuto persuadermi che in tutta Sicilia non è gran fatto penuria di storie, paurose ed incredibili, in poesia, di anime vagolanti per la notte bruna lunghesso il corso di un fiume, correnti in aiuto di passeggieri assaliti da ladri, e di morti risuscitati, e di bambini annegati e poi per virtù di anime sante venuti su colle reti de’ pescatori1. Il sentimento che scalda la poesia religiosa fa caderla nella esagerazione, perchè accecando il poeta lo trascina a strani paragoni, a figure, ad aneddoti non mai sentiti. Il sacro si mescola al profano, la favola prende luogo di storia, e quindi un tutto che sta a documento della ignoranza del popolo ed insieme della sua immaginazione, del suo fervor religioso, puro nel fanatismo, sincero nelle stranezze e nondimeno avverso a’ ministri della chiesa; ai quali non risparmia frizzi, equivoci, barzellette in una filatessa di proverbi, che, pubblicati quanto prima da me, saranno una delle curiosità della sapienza di


    per un tal Francesco Frusteri, villico, giustiziato per avere scannata di un colpo di zappa la madre sua. Il suo corpo è seppellito nella chiesa di S. Francesco di Paola, e su quella sepoltura vanno a pregare e ad impetrar grazie i poveri Pacecoti.

  1. Sulle Anime dei decollati vedi il I capitolo dei miei Esseri soprannaturali e maravigliosi negli Usi e Costumi, v. IV. (Nota della pres. ediz.).