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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 75


La càrzara è violu chi vi ’nvia,
Chi vi ’nsigna li strati e li purteddi1.


Non è spirito così forte, non anima così virilmente intrepida cui le diuturne fatiche, i continui patemi di animo non arrivino a prostrare. Smessa allora l’usata baldanza, il condannato si arresta a men feroci pensieri; ritorna al fiore degli anni, e rammenta bene, quanto numerosi fossero gli amici che largheggiavano con lui di profferte e di esibizioni, quando fortuna non avealo ancora scacciato da sè; rammenta che una giovane, angiolo di virtù e di bellezza, invidia di donzelle, desiderio di mille cuori, per lui già lungamente sospirasse. Ed ora!.. Si sono dileguate come polvere al vento, e solo una vecchierella è rimasta, che darà la sua vita per liberarlo. Oh benedetta la madre, che in tant’oblio di bugiardi amici, in tante ire di parte, in tanta tempesta che rugge sul capo del povero figliuolo, veglia sopra i casi fortunosi di lui! Benedetta sempre! L' amore suo è intenso, divino, che saprà intiera comprendere e sentire la piena dell’affetto filiale. Ella palpita, ella ne condivide sofferenze, desideri, speranze: altri no, chè la razza dei Giuda non è ancora spenta sulla terra.

Che se la madre dorme il sonno de’ giusti, allora se ne prega l’anima benedetta, che impetri dal cielo il dì della luce sul gemente superstite:

  1. Purteddi, luoghi ne’ quali stanno i ladri a tener la posta a’ viandanti.