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governo, forte di tutti i favori, facilmente rende ligio a sè stesso. Credesi guarentigia la guardia nazionale? Questa istituzione è un accrescimento di forza al governo e non già una difesa del popolo. I suoi capi sono a scelta del re, e sarà perciò facilissimo se non d’avvalersi dell’opera di questi armati, paralizzare almeno la loro azione; perocché essi, loro malgrado, subiranno, quantunque leggermente, l’influenza dell’autorità dei loro capi, e moltissimi cittadini, che in qualche avvenimento prenderebbero parte attivissima, se ne astengono, se guardie nazionali. Inoltre l’inutile servizio ad essa imposto è, ai più, di gravissimo peso, sovente non proporzionato, attesa l’indole e la condizione dell’individuo ai vantaggi che esso ottiene dalle franchigie accordate dal governo.

Dalla sola volontà del re dipende l’esistenza di un tal governo, quindi è stabile per quanto può esserlo la volontà d’un individuo che un matrimonio, il credito di un favorito, la paura, o qualche impreveduto avvenimento, cangia. Si attengono i ministri alle forme perchè da esse dipende il loro utile personale, la loro carica; ma se credono necessaria una misura arbitraria come ne’ governi assoluti, e non altrimenti l’eseguono; sparla il pubblico, ne scrivono i giornali, qualche deputato ne chiede conto a’ ministri, e qui finiscono le opposizioni; a questo si riducono i diritti, le guarentigie del popolo.

Credo inutile distendere più oltre un tale ragionamento, non parendomi necessario addurre ragioni quando sonovi i fatti che parlano chiaramente. La storia delle monarchie costituzionali è contemporanea, ricca, notissima. La Francia, dopo essersi dibattuta per ventun’anni sotto un tale governo (che tale eziandio deve considerarsi l’ultima sedicente repubblica), è ritornata al puro dispotismo; nella Spagna sono corsi