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rito dalla sconvolta natura, venne naturalmente dal proprio scetticismo condotto a rimettere le sue sorti nelle mani di quest’unico Dio, e ne fece il vendicatore degli oppressi, l’arbitro degli umani destini; e siccome i popoli credonsi fatti ad immagine sua, così gli attributi di esso furono i loro, l’abbiettezza, l’umiltà, la pazienza, l’indifferenza per le cose terrene. Il culto onde adorarlo, i misteri, i riti li trassero dagli Orientali, quanto i Romani di quell’epoca schiavi ed indolenti. Intanto le solitudini degli animi e degli interessi, l’egoismo umano, volto solo all’utile privato: questo in diretta contraddizione con l’utile pubblico, produsse naturalmente la reazione negli animi degli scrittori, i quali come vogliono i correttori de’ costumi, senza comprendere che que’ vizii erano l’effetto dello sfacelo in cui andava la società colle istituzioni che la reggevano, credettero porvi rimedio predicando contro di essi ed opponendovi a bilanciarli massime di fratellanza ed abnegazione; e così da questa morale predicata, impraticabile, e dalla teologia orientale nacque il Cristianesimo, le cui regole e massime mostrano benissimo che sursero fra un popolo eccessivamente degradato ed in balìa di uno sfrenato egoismo.

Quindi giustamente Hegel dichiara la modestia cristiana nel sapere il grado supremo dell’immoralità. Immorali e contraddittorie alla natura umana dovevano essere tali massime perchè surte fra un popolo in cui ogni elatere dell’anima era spento, e predicate in contraddizione alla realtà dei fatti ch’erano effetti delle immutabili leggi di natura. Gli uomini deïficati formarono, ad imitazione del paganesimo, la turba dei Dii minori, che, come gli antichi, presiedettero a tutte le operazioni della vita, a tutti i fenomeni della natura. Alcune madonne, alcuni santi con attributi speciali, gli amuleti, le reliquie, specie di feticci, si surrogavano