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Le concioni popolari in Londra già prendono questo carattere, aspreggiano i ricchi. Nella Spagna, ove non erasi mai scritto di socialismo, esso mostrasi nei tumulti popoleschi; e la sollevazione di Lione, quella di giugno, la Marianna, le concioni d’Inghilterra, i tumulti di Barcellona.... sono quelle serie di fatti che spiegano trasformarsi l’idea in sentimento, ed in cui sembra suggerimento dell’istinto ciò che a pena un tempo antivedeva la ragione. Quando un tal fatto avverrà, in men che balena, crollerà il moderno edifizio sociale, e su le sue rovine si vedrà sorgere l’era della libera associazione.

A cotesti fatti sappiamo quale sarà la risposta dei conservatori. Noi speriamo, dicono essi, che tutti i rivolgimenti vengano, come per lo passato, soffocati nel sangue; noi non daremo campo alla rivoluzione di ergere il capo; noi cercheremo di comprimere ogni elatere dell’animo e vinceremo. Ed io rispondo: forse lo potrete; ma nell’aspra lotta le forze della società si logorano, e di vittoria in vittoria vi troverete inevitabilmente sotto il giogo del militare dispotismo, e quindi della decadenza e dissoluzione.

L’avvenire è già inesorabilmente stabilito: o libera associazione, o militare dispotismo. Quale di queste due condizioni sociali avrà il trionfo, è dubbio. Noi porremo fine a questo paragrafo paragonando le forze contrarie che debbono venire in lotta, e così manifesteremo una opinione, se non esatta, almeno probabile, rispetto al nostro avvenire. Se il popolo si riscuote, rovescia facilmente nobili, ricchi, preti che l’opprimono; questa imbelle schiera d’oppressori non può paragonarsi alla gagliarda aristocrazia feudale; essi verrebbero fugati dal solo fragore della plebe in corruccio. La sola forza che li protegge, la sola forza che si opponga alla rivoluzione, sono gli eserciti perma-