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delle altre classi sociali ne risente il peso; mentre i ricchi, e coloro che assorbono i maggiori stipendi sono in proporzione i meno gravati. Questi governi dovrebbero almeno proteggere i miseri. Ma no: è il ricco che ne ottiene protezione, è il povero che popola le prigioni, che vive sotto la sferza e la prepotenza dei birri.
Nel governo assoluto il povero può alcune volte ottenere da un monarca un provvedimento arbitrario, ma repressivo, contro il ricco; nel governo rappresentativo, coverto con la maschera della legalità, ciò è impossibile; elettori quelli che posseggono, i nulla tenenti sono fuori la legge, sono in una condizione peggiore degli schiavi; il governo è nelle mani dei capitalisti e dei proprietarii, l’industria progredisce, la miseria cresce, e la società corre verso l’oligarchia dell’oro.
Passiamo al suffragio universale, amara derisione pel popolo minuto. L’operaio, il contadino, che non votano pel capitalista, pel proprietario, vengono da questi minacciati della fame. I capitalisti fanno monopolio del voto come d’una derrata; il popolo nel governo rappresentativo è abbandonato affatto in balìa del ricco, i suoi mali giungono al colmo. Il capitale dispoticamente governa: da ciò la codardia politica, co’ deboli superbi, e co’ forti umili; la non curanza per l’avvenire, guadagni pronti e grossi è la massima dei presenti uomini di Stato; nelle loro mani il telegrafo elettrico ed il vapore, grandi trovati dell’umano ingegno, volti a perpetuare l’usurpazione e la miseria. Il Sismondi scriveva alla Giovane Italia: «Affiderete voi la causa del proletario agli uomini che ne dividono le privazioni? essi non hanno forza. L’affiderete quindi ai ricchi? essi saranno i primi a tradire il povero». Ecco il problema fatale che tutte riassume le future sorti dell’umanità. Nè questo è tutto: le ricchezze dei