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stessi non possono negare, ed è che: la miseria dell’operaio cresce al crescere della ricchezza sociale e del prodotto dell’industria. Inoltre maggiore è il capitale, ed in parità di lavoro, maggiore è il prodotto, questo è un assioma in economia; e però un vistoso capitale producendo sempre più a buon mercato che un piccolo capitale, ne risulta che questi dovrà indubitamente soccombere nella concorrenza. D’onde risulta un altro fatto, che gli economisti non possono disconoscere, ma non vogliono confessare, cioè: nella continua lotta che si fanno i varii prodotti, i varii capitali, la ricchezza sociale si accresce ed il numero di coloro che la posseggono diminuisce. L’Inghilterra produce quanto basta a 250 milioni d’uomini; solamente 9 milioni sono i possessori di queste immense ricchezze. Perchè avviene ciò? per legge di natura: ricerca continua di prosperità; bisogni crescenti al crescere dei prodotti, facoltà inferiori ai bisogni, ecco l’umana natura; donde l’operosità, il progresso dell’industria indefinito, la felicità ad onta degli umani sforzi impossibile, ed in questo continuo ed istintivo moto l’uomo cercando di volgere in suo profitto quanto cade sotto i suoi sensi, in una società in cui i guadagni privati non sono cospiranti, ma contrari ed in concorrenza, e cercano vicendevolmente distruggersi, bisogna inevitabilmente, fatalmente tendere ad una oligarchia di ricchi e raggiungerla.
Dunque i principii su cui sono stabilite le leggi economiche, le leggi immutabili di naturali fatti in fine, ci dimostrano ad evidenza che le moderne società si avvicinano rapidamente a quelle condizioni medesime a cui giunsero i Magno-Greci, i Romani, i Comuni: cioè esse tendono a ridursi in un’opulentissima oligarchia, ad una moltitudine di mendichi.
Fin quì per ciascuna nazione in particolare. Ora ci faremo ad esaminare i destini dell’intera Europa. La