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vizî dissolversi, i Magno-Greci, i Romani, i Comuni italiani. Dunque il progresso continuo è un sogno, i fatti sono troppo eloquenti per sè medesimi, nè possono distruggersi da studiati sofismi. Nell’Europa moderna la costituzione politica dei vari stati, ha raggiunto quel punto medesimo in cui si trovavano quei popoli decaduti, il governo dei migliori; codesto principio sotto diverse forme, e con diversi nomi regge tutte le nazioni: o lo sono dichiarati da Dio, o, eletti, tali li dichiara il popolo.

Questo limite fatale nessun popolo antico come moderno è stato capace di oltrepassarlo, quantunque moltissimi tentativi si fossero fatti per conseguire un tale iscopo. Le eloquenti orazioni dei romani tribuni contro il potere dei consoli, i tanti rivolgimenti delle repubbliche italiane del medio-evo, e particolarmente di quella di Firenze, i tanti ritrovati dei moderni, ad altro non mirano che a garantirsi contro quella podestà dal popolo stesso conceduta, ma è forza confessare che lo scopo non si è raggiunto. Appena affidasi il maestrato supremo ad un uomo o a varii uomini, le forze di tutta la nazione si volgono a profitto di questi pochi, e dei loro seguaci, e la schiavitù delle moltitudini in varie gradazioni è permanente.

È questo forse il limite fatale dalla natura stabilito? Declinano i moderni come i Magno-Greci, i Romani, i Comuni italiani? Abbiamo dimostrato che la possibilità di andare oltre è attributo della natura umana; come essa ha necessariamente corretto le diverse costituzioni, ed è giunta allo stato presente, non havvi nessuna ragione per credere che sotto il pungente stimolo del dolore non possa stabilire ordinamenti migliori. Ma se è possibile migliorare, è possibile eziandio che i moderni si dissolvano come gli antichi prima di raggiungere il loro scopo. Ci faremo a svolgere tale argomento inter-