Pagina:Pisacane - Saggio sulla rivoluzione.djvu/32


— 16 —

opinione, spesso la presunzione, l’esilio, il carnefice, il rogo. Sono gli eroi dell’epoca.

D’altra parte in molti l’utile privato trovasi strettamente legato alle leggi, alle opinioni, ai pregiudizî combattuti, e questi se ne fanno i difensori.

In questi cotali scrittori depravati, i motivi esterni hanno sempre il trionfo sull’interno convincimento, la virtù è difettiva, sono turba vile e spregevole in perpetuo, se lo sprezzo potesse aspirare ad immortalità; l’opportunità è la legge suprema, il principio che li regola. Lodatori infaticabili, formano il corteggio della tirannide finchè questa non diventa forte, da non aver più bisogno delle loro lodi, ed impone silenzio all’importuno garrito.

La lotta fra i riformatori ed i conservatori rischiara le tenebre, perfeziona le dottrine di quelli, che, originate da mali della società, acquistano maggior lume secondo che maggiori sono gli ostacoli che trovano al loro sviluppo. Per tal ragione, i conservatori, parte cancrenosa della società, loro malgrado contribuiscono al perfezionamento delle nuove idee. Così il pensiero nasce dai fatti fra il volgo, dai dolori procede a traverso di essi, ma siegue poi fuor di volgo, i suoi voli, la sue astrazioni, mentre questo, senza mai addottrinarsi, dai soli fatti vien balzato da un un’idea in un’altra.

Intanto le moltitudini, sotto la pressura dei crescenti mali, cominciano a manifestare un’irrequietezza, un odio al presente, un desiderio di migliorare vago, confuso, non espresso in verun concetto. Ma questo desiderio, questo concetto non tarda a formolarsi nella mente di pochi in un’idea che diventa legame di sette, scopo di congiure, fede di martiri; e così essa manifestasi in una serie di fatti, di sensazioni, che la rendono comune, spontanea, concreta, immediata, sentimento insomma. Allora la rivoluzione delle idee è compìta; quel con-