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per abbandonarlo, perchè non trovisi perfettamente d’accordo con la logica. Noi saremmo tra questi ultimi, proponendo solo, che il berretto frigio ne sormonti l’asta, escludendo ogni altro simbolo di autorità e di conquista, e che sul mezzo di esso, l’archipendolo indichi come l’uguaglianza sia il patto fondamentale di nostra costituzione.

Rimane ora a discutere quale sarà la formola che adotterà la nazione. Noi trascriveremo il ragionamento sensatissimo, che troviamo nell’opera di Ausonio Franchi: La Religione del secolo XIX, in cui si fa paragone tra la formola francese: Libertà, Eguaglianza, Fratellanza e la formola di Mazzini: Dio e Popolo.

«Esaminiamo le differenze radicali, finora poco avvertite, e nondimeno importanti, che Mazzini scorge fra una formola e l’altra. La francese è essenzialmente storica, ricapitola in certo modo la vita dell’umanità nel passato, accennando poco definitivamente al futuro». Questo giudizio, nè quanto al passato, nè quanto al futuro, non parmi esatto. La formola: Libertà, Eguaglianza, Fratellanza, non può dirsi che ricapitoli la vita reale dell’umanità nel passato; perchè non può ricapitolarsi quello che non è ancora esistito; e Mazzini per fermo non saprebbe indicarci nessun’epoca della storia, in cui già regnasse la libertà, l’eguaglianza e la fratellanza universale. Onde egli stesso, tracciando l’ordine e lo sviluppo con cui si vennero elaborando i tre elementi della formola, parla sempre dell’idea, non mai del fatto. E però se la formola teoricamente è la ricapitolazione del passato, praticamente è la legge del futuro; legge non poco definita, ma così chiara, che non ha mestieri d’alcuna spiegazione; così vasta che abbraccia tutte le condizioni private e pubbliche della vita; così progressiva che nemmeno col pensiero si può oltrepassare la per-