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III.

I trafficanti, intermedii fra i produttori ed i consumatori, a cui la miseria de’ primi permette di speculare a scapito del popolo, verranno eziandio trasformati in società, composte ognuna del già capitalista sino all’ultimo facchino, marinaio, carrettiere che trasporta le merci.

IV.

Tutti gli edifici saranno dichiarati proprietà nazionale, e gli edili eletti dal popolo, e soggetti al suo sindacato, destineranno ad ognuno secondo il bisogno l’abitazione. In tal guisa più non si vedranno spaziosi appartamenti deserti e destinati a semplice lusso, mentre a breve distanza dalle loro mura, in oscuri e malsani tugurii, giacciono ammucchiate le famiglie dell’infelice proletario, con danno manifesto della pubblica salute e del pudore.

V.

Il testamento, mostruoso diritto, che oltre l’epoca dalla natura stessa prescritta prolunga la volontà dell’uomo, abolito. I risparmii accumulati da ognuno appartengono di diritto, dopo la sua morte, alla società di cui essa faceva parte, ed al comune ove erasi domiciliato, se il defunto esercitava una professione singolare, come architetto, medico od altro.

VI.

In ogni comune vi sarà un banco di scambio, che porrà in relazione vari comuni dello Stato ed i vari stabilimenti d’industria e dirigerà le derrate ove maggiore è il bisogno. Questi banchi assorbiranno e faranno sparire i trafficanti.