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generale. Egli (concedasi a tale eroe una breve digressione) rimase saldo durante le avversità e le difficili congiunture in cui mettevalo la dissoluzione del suo esercito. Egli fu gran generale, e la sua condotta, forse, fu superiore a quella di Fabio Massimo. Questi ebbe forze sempre superiori al nemico, e comandava a Romani, per indole e tradizione guerrieri per eccellenza; quello comandò esercito sempre minore del nemico, e composto di gente raccogliticcia, a cui mancavano tradizioni ed abitudini militari.

Fabio non impedì le scorrerie del nemico; Washington, senza combattere, interdisse tutte le operazioni agli inglesi; ed in ultimo, ghermita l’occasione, e col semplice soccorso della flotta francese, distrusse un esercito nemico, e pose fine alla guerra.

La Svizzera, le Fiandre, l’America, la Francia, la Grecia, hanno compito memorabili rivoluzioni; martiri, eroi, battaglie, combattimenti, ostinate difese di città, nobili sacrifizii; nulla ad esse è mancato, e le gesta delle due ultime nazioni sono, è cosa innegabile, più brillanti, gli eroi più sublimi, e maggiore lo sviluppo delle passioni; nondimeno Grecia e Francia sono schiave, le altre libere; d’onde questa differenza? Le prime non dovettero far altro che rovesciare il giogo che interdiceva lo sviluppo delle loro libere istituzioni comunali, non concessero mai ad alcuno il potere di comandare a bacchetta, e nol potevano concedere senza ledere le libere leggi che si trovavano in vigore, e perciò il despotismo non trovò terreno da gettare le sue radici. Per contro, tutte le nuove costituzioni francesi non hanno distrutta ma riformata l’antica, la quale è pura emanazione della tirannide, e corrivi i francesi, perchè d’indole servili, a concedere estesi poteri, a crearsi le pouvoir fort, com’essi dicono, ad onta delle goffe e stolide complicazioni aggiunte alla macchina governa-