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popolo, le leggi, le tasse decretate dalle assemblee, liberissima la stampa, garantita la libertà individuale. Scacciati i governatori che dall’Inghilterra venivano inviati in ogni Stato, le colonie furono di fatto liberissime, senza aver bisogno di mutare la costituzione, o di far nuove leggi. Un congresso assunse il potere supremo, non di far leggi, non di educare, non di limitare i diritti di cittadini, ma incaricato solo di riunire gli sforzi dei varii Stati, richiedendo ad ognuno uomini e danaro per osteggiare il nemico comune.

Ogni Stato, con riprovevole costume, ebbe le sue milizie; eravi poi un esercito comune a tutti, e qualche volta due dipendenti dal Congresso. Di questi due eserciti, uno solo, il maggiore, fu capitanato da Washington; ma egli non ebbe mai ingerenza alcuna nelle faccende civili, ed il suo potere, come semplice generale, fu inferiore a quello che concedesi comunemente ai condottieri di eserciti; la sua opinione, eziandio nei disegni di guerra, doveva sottostare a quella della maggioranza de’ generali.

In un momento assai difficile il Congresso gli conferì sei mesi di dittatura; ma il suo potere in altro non consisteva che nell’eseguire gli arrolamenti, provvedere l’esercito nel modo il più spedito possibile, e, senza dirigersi al Congresso, scorsi i sei mesi, i suoi poteri furono di nuovo limitati. Solamente la sua opinione ne’ disegni di guerra fu dichiarata prevalente, e così corressero un grave errore. Washington non fu mai dittatore nel vero senso in cui s’interpreta questa parola. Egli, per carpire in America un potere dittatoriale, non bastava che si fosse costituito al Congresso, ma sarebbe stato costretto a debellare ad uno ad uno i diversi stati e cangiarne le istituzioni. Washington salvò l’America, non già per gli estesi poteri a lui accordati, ma pel suo gran carattere mostrato come