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quello che vagamente ed universalmente è sentito. La società ammira le astrazioni del pensiero come i giuochi dei funamboli, ma non apprende nulla da quelle, che possa migliorare le sue condizioni: come niuno impara meglio a camminare osservando le sorprendenti prove d’equilibrio di questi; le une e gli altri non sono che passatempi. La filosofia veramente razionale, ovvero la scienza che merita il nome di filosofia, è quella cominciata in Italia con Bernardino Telesio e seguita da tutti i sommi italiani sino al Romagnosi, che le diede il più vasto sviluppo; secondo i dettati di questa scienza noi seguiremo le nostre ricerche.

Io mi scorgo parte dell’universo; penso, ma penso ciò che è il reale; non si produce nella mia immaginazione nulla che non risulti da ciò che esiste. Ho un’idea chiara e distinta, senza conoscerne l’essenza della materia, del moto, delle sue proprietà; lo spirito è una negazione; e ciò che non è materia, un’incomprensibilità; una cosa, che non potendo essere avvertita dai sensi, non può essere nè pure immaginata; spirito è una parola che non ha significato.

Nel mondo osservo un incessante avvicendarsi di produzione, e di distruzione; due cose opposte, ma se meglio rifletto, ogni contraddizione sparisce, produzione e distruzione non sono che l’effetto di una medesima causa, che è la legge della vita; produzione come distruzione vuol dir moto, ovvero vita.

L’uomo lo scorgo eziandio sotto mille aspetti contraddittorii: eroe e codardo, benefattore e crudele, avaro e generoso; ma ogni contraddizione sparisce quando riconosco queste diverse azioni effetto di una sola e medesima causa, di una sola e medesima legge, la ricerca dell’utile, che secondo l’indole degl’individui, ed i rapporti che costituiscono la società in cui vive, cangia i modi ed il nome; chi lo cerca nella gloria, chi nel-