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perchè l’epoca glielo avrebbe interdetto, e la natura del suo ingegno nol comportava, si elevò ad altissime regioni; e l’animo suo achetossi, trovando che una legge e non il caso reggeva i destini dell’umanità; legge ch’egli nominò provvidenza; e determinò così la periferia di quel circolo, su cui le nazioni dovevano compiere il loro giro. Mentre Vico rivela un fatto che riconosceranno sempre con maggiore evidenza le future generazioni, vi sarà altri d’animo rimesso e d’ingegno pedestre, che, stimolato dai medesimi moventi, dopo lunghi ragionamenti, chiederà il cangiamento d’un ministro o qualche insignificante concessione. Fra questi due estremi trovasi tutta la diversa gradazione degli scrittori. Or dunque scrittori le cui idee potranno giovare alla costituzione sociale non potranno esistere senza mali sociali. Oltrecchè fra placidi affetti e debili passioni è assai raro che si promulghino, in tale materia, grandiose idee ed ardite verità, l’operosità umana manca di stimoli sufficienti; durante la tempesta, e non già durante la calma il pilota manifesta la sua abilità. Quegli scrittori medesimi, che ora imprecano contro le insurrezioni, senza le tempeste del 48 e 49 sarebbero un nulla; sarebbero rimasti ai Prolegomeni di Gioberti. Epperò, ammettere il facile e lento progresso, fra il continuo prosperare della società, è un pretendere l’effetto senza la causa.
Come i mali sociali fanno sorgere gli scrittori, i medesimi mali producono le sette, le congiure, le insurrezioni. La gradazione che scorgesi fra gli scrittori, si osserva eziandio fra i cospiratori, essendo stimolati dai medesimi moventi. Avvi congiura per conquistare una patria libera, e solo per l’abolizione di una tassa. Così procedono le nazioni col pensiero e con le opere; e siccome l’uomo compie i più grandi fatti quando esegue energicamente ciò che maturatamente ha pensato;