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alla menzogna. Tre battaglie, quattro assedii, sessanta combattimenti, tre città messe a ferro e fuoco, sono i gloriosi monumenti di nostra resistenza; mentre gli esuli, i prigioni, le vittime che muoiono col nome d’Italia sulle labbra sono la nostra continua e gloriosa protesta. Come difese Francia la sua libertà? un pugno di compri francesi, in poche ore, da libera la fanno schiava; e la nazione, ben lungi dal resistere, col suffragio universale sancisce l’usurpazione ed appoggia la spregevole tirannide. Come negare che i rivolgimenti avvenuti in Francia, il 1830, il 48, il due dicembre, sieno l’effetto d’una vittoria ottenuta da un ristretto partito in Parigi? Essi somigliano moltissimo alle congiure di palazzo del basso impero, a cui non prendevano veruna parte le popolazioni delle provincie; mentre in Italia, non v’è movimento che non trovi un eco in tutte le valli dell’apennino.
Tre volte nel breve spazio di cinquanta anni, la Francia è stata arbitra de’ suoi destini, tre volte da sè medesima si è foggiata le catene, mentre, se non vi fosse stato intervento straniero, l’Italia, forse, sarebbe libera da molto tempo. I gusti adunque, i costumi, i fatti la dimostrano meno indifferente a’ suoi mali, meno degradata che Francia; quindi maggiore probabilità di risorgere, accresciuta eziandio dal desiderio ardente, che sente ogni italiano, di conquistare la propria nazionalità, efficace movente di cui difettano i francesi, perchè credono possederla.
Esaminate le forze che sospingono al moto, ci faremo a studiare quelle che resistono. La nobiltà, la borghesia, i preti, gli impiegati d’ogni genere, un forte e numeroso esercito, sono una base di granito, che in Francia sorregge ogni genere di despotismo; ma ove sono queste forze in Italia? La più famosa nobiltà italiana, la vera nobiltà feudale venne distrutta al sorgere dei