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la speme che la sua ottenebrata mentre possa balenare per un istante; e ciò basterebbe alla società per risorgere. Questi incerti e pallidi raggi di luce ci sembrarono fulgidi, scorgendosi quasi nunzi del nuovo giorno la splendida pleiade de’ socialisti, la tendenza delle moltitudini all’associazione, la preponderanza, che giornalmente il concetto sociale acquista sul politico. Ristorato l’animo, ci siamo ristretti all’Italia solamente.
Abbiamo fatto studio sulle varie questioni politiche, che si agitano in seno della nostra patria, e dimostrammo quanto vana ed inutile sarebbe la loro soluzione, se non si sbarbicassero le due cagioni da cui la miseria, la schiavitù, la corruzione irraggiano, proprietà e governo. In ultimo abbiamo stabiliti dieci principii, conseguenza immediata delle leggi di natura come base del futuro contratto sociale. Ora non verremo esponendo un sistema, proponendo ordini, promettendo felicità, nè esorteremo con gonfie declamazioni gli italiani alla concordia o alla battaglia. Studieremo le forze che operano nel seno della nazione, ne cercheremo l’intensità, la direzione, la risultante, onde conoscere cosa l’Italia sarà, non già cosa i partiti vogliono che essa sia. Epperò cominceremo dall’esaminare quale sia lo stato dell’Italia relativamente alle altre nazioni dell’Europa.