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bisogno, al desiderio di conservare parte di sua libertà, ch’egli sacrifica la rimanente. Lo schiavo è forza sia educato ai voleri del padrone; ma per vivere da uomo libero basta seguire gli impulsi della propria natura, nè havvi necessità di educazione.

L’uomo, appena sentesi soverchiamente gravato dal peso della tirannia, e scorge la probabilità di rovesciarla, senza più insorge, ed i progressi della scienza, lo sviluppo della ragione che cosa valgono all’insurrezione ed alla battaglia? Quali dottrine sospinsero gli Svizzeri alle armi, o inaugurarono la guerra degli Olandesi, degli Americani? Quali dotti contava la barbara Grecia allorchè dava l’esempio del più eroico coraggio e del più sentito patriotismo?

Ghermita la vittoria, il soccorso della scienza sembra indispensabile; essa può, svolgendo i tesori dall’esperienza accumulati, additare i mezzi come consolidare le conquiste. Ma questi vantaggi il fatto li dimostra più efimeri che reali; perciocchè le nazioni non accettano i suggerimenti della scienza, ed il volgo di niun progresso è capace se non vi è balzato dall’imperiosa necessità; nè havvi ragionamento oltre il fatto che valga a convincerlo; i mali sofferti, il bene acquistato, sono i soli argomenti che fruttano. La discussione, le opinioni, i sistemi emergono dai mali che soffre la società: e la dottrina, in politica, segue e non precede i fatti. Essa dimostra di quanta levatura sia il pensiero della nazione, ma non già la maggiore o minore probabilità d’un rivolgimento. Una nazione senza dottrina sarà come un uomo semplice, e di soverchia buona fede, che facilmente cade nell’inganno, ma non mancherà per questo di forza, di coraggio, d’eroismo e dell’ardente desìo di migliorare la propria condizione. E può eziandio avvenire che un popolo dottissimo imputridito nei vizî, abbandoni non curante il prorpio destino al