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l’Italia, o parte di essa, fosse confederata ad un’altra nazione, in tal caso sarebbe libera se unita da volontario patto, ed allora di fatto esisterebbe la nazionalità; ma se una ragione qualunque imponesse questo patto, nazionalità e libertà sparirebbero entrambe. Tali furono i cisalpini, vergogna maggiore del bastone tedesco. Tra i cisalpini ed i moderni lombardo-veneti havvi la differenza medesima che fra un vile cortigiano ed un fiero e dignitoso cittadino condannato per delitto di maestà. Se la semplice centralizzazione italiana può intaccare la libertà, come essa può mai rimanere intera sotto l’attrito che eserciterebbe su noi un popolo straniero? eziandio riducendo il tutto alla sua libertà di stampa, pure gli scrittori che si faranno a propugnare l’utile della propria nazione, giungeranno ad un punto che intaccheranno il protettore, e la forza li farà tacere se l’oro non giungerà a comprarli.
Facciamoci ora a considerare la libertà nel suo vero aspetto, nel suo vero significato: dritto di eleggersi i propri magistrati, di essere giudicati da propri conterranei; di essere legislatori di se medesimi, di non sottostare ad alcuna determinazione senza che venga ascoltato il proprio parere, o di chi eleggerà quale suo rappresentante. Possono tali condizioni verificarsi senza una recisa nazionalità? Oltrecchè, come un individuo per esistere deve sentire il proprio essere, la propria sensibilità, ed avere un pensiero tutto suo, attributi che non solo non possono essergli comunicati, ma vengono distrutti mutilati dalla benché minima influenza altrui, del pari ogni influenza straniera non potrà mai favorire, ma ritarderà il nostro risorgimento.
Sperano altri che un popolo straniero ci conquisti per poi donarci libertà: ed è questa delle utopie la più assurda e codarda ad un tempo stesso. Il forte troverà maggior vantaggio nel comandare, che nel fran-