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Solo un Alessandro, un Cesare, un Napoleone.... potrebbe menare a compimento una simile impresa; ma questi grandi sempre o quasi sempre sorgono dalla rivoluzione; ed inoltre la monarchia italiana, fondata da un Alessandro, facendo cedere il fato alla prepotenza del suo genio, sfascerebbesi alla sua morte, come si sfasciano tutti gl’imperi fondati per conquista. I vantaggi che può offrire la monarchia non sono tali da far dimenticare agli italiani le loro splendide tradizioni municipali, le rivalità e l’odio fra i diversi popoli, con tale reggimento non si spengono, ma crescono, e le detronizzate famiglie non mancherebbero usufruttarle in loro favore; soltanto la libertà assoluta e l’uguaglianza ponno cancellare le rimembranze del passato. I re che da disgregate baronie formarono regni; sonovi riusciti distruggendo ed assorbendo nella corte le famiglie baronali, ed unificando i popoli con abolire il vassallaggio; ma i tempi sono mutati, ed assai diverso è il caso in Italia. La più larga promessa che farà un principe è uno statuto; cosa sia il sappiamo; promessa che non tarderebbero a fare, e più largamente, i suoi rivali, ed in parità di circostanze ognuno preferirà di essere monarchia piuttosto che provincia di monarchia. In una parola la storia e la ragione hanno dimostrato abbastanza che la forza non fonda nazione, ma conquista schiavi.

Finalmente se la sola guerra di popolo, e guerra affatto rivoluzionaria, può sola riscattare l’Italia dal suo servaggio, non vi è luogo più a dubbii se debbasi o pur no lasciar campo alla monarchia d’immischiarvisi. Una rappresentanza popolare che sorgesse in uno degli stati in cui è divisa l’Italia non potrebbe né dovrebbe porsi d’accordo per cacciar lo straniero con una delle monarchie italiane; troppo discordi sarebbero i mandati dei due poteri, troppo discordi le mire, per sortirne un buono effetto. Il principe più che all’indipendenza ita-