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— IV — |
sorta dopo il 1860, ha letto i suoi libri. Ora, in un momento in cui il patriotismo cade in discredito per le male opere dei patrioti, fu savio divisamento quello di fare apprezzare in Pisacane il pensatore socialista.
Fu savio l’intendimento, perchè nella miseria intellettuale del socialismo italiano non poteva lasciarsi nell’oblio questo Saggio sulla rivoluzione, ch’è il primo libro italiano moderno in cui ex professo si espongano le teorie socialistiche.
La ripubblicazione non è del resto un semplice atto di riconoscenza; poichè lo scritto di Carlo Pisacane, a quarant’anni di distanza, conserva un sapore di modernità e di vera contemporaneità, che sorprende e desta ammirazione.
Anzitutto si deve rilevare che nel nostro autore si sente l’influenza degli scrittori e delle rivoluzioni francesi nella genesi delle sue idee; ma egli ha saputo emanciparsi dalla venerazione cieca verso la Francia, che in una mente meno robusta avrebbe potuto suscitarsi. Si può, anzi, deplorare che troppo egli si lasci trasportare nell’antipatia contro la Francia; ciò che si può spiegare coi ricordi della spedizione di Roma del 1849.
Carlo Pisacane, come possono oggi farlo i più avanzati socialisti, combatte Giuseppe Mazzini; ma se egli si mostra severo contro la sua dottrina (specialmente nella parte che rispecchia il misticismo