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mezzo quella, che sarebbe più arduo per loro e forse impossibile superare senza un lungo tirocinio e una vera attitudine, voglio dire la recitazione. Ne abbiamo alla Kosmograph parecchi, che sono veri signori, tutti giovani tra i venti e i trent’anni, o amici di qualche forte caratista nell’Amministrazione della Casa, o caratisti essi stessi, che si dan l’aria d’assumere in qualche film questa o quella parte, che loro piaccia, solo per diporto; e la disimpegnano molto signorilmente, e qualcuno anche in maniera da far invidia a un vero attore.

Ma, riflettendo poi sul tono misterioso con cui ella, infoscata all’improvviso, proferì quelle parole: — Sarà per questo, — il dubbio mi sorse, che forse le fosse arrivata la notizia che Aldo Nuti, non so ancora da qual parte, stia cercando la via per entrar qui.

Questo dubbio mi turbò non poco.

Perchè veniva ella a domandare proprio a me, avendo in mente Aldo Nuti, se la professione dell’attore mi paresse tale, che ogni bestia potesse senz’altro credersi atta a esercitarla? Sapeva dunque della mia amicizia per Giorgio Mirelli?

Non avevo ancora, e non ho tuttora, alcun motivo di crederlo. Dalle domande che accortamente le rivolsi per chiarirmene, non ho potuto almeno acquistarne la certezza.

Non so perchè, mi dispiacerebbe molto se ella sapesse che fui amico di Giorgio Mirelli, nella prima giovinezza di lui, e che mi fu familiare la villetta di Sorrento, ov’ella portò lo scompiglio e la morte.

Non so perchè — ho detto: ma non è vero; il