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uccisa dal vostro amico, che certamente era armato.

Retorica, è vero? Eh sì, caro; non vi sdegnate troppo; lo riconosco anch’io: retorica, perchè noi, per grazia di Dio, siamo uomini e non beccaccini.

Il beccaccino, lui, senza timore di far della retorica, potrebbe sì porre il paragone e chiedere che almeno gli uomini che vanno per piacere a caccia, non chiamino feroci le bestie.

Noi, no. Noi non possiamo ammettere il paragone, perchè qua abbiamo un uomo che ha ucciso una bestia, e là una bestia che ha ucciso un uomo.

Tutt’al più, caro beccaccino, per farti qualche concessione, possiamo dire, che tu eri una povera bestiolina innocua, ecco! Ti basta? Ma tu da questo non infierire, che la nostra malvagità sia perciò appunto maggiore; e, soprattutto, non dire che, chiamandoti bestiolina innocua e uccidendoti, non abbiamo più il diritto di chiamar feroce la bestia che ha ucciso per fame e non per piacere un uomo.

Ma quando poi un uomo, tu dici, si riduce peggio d’una bestia?

Ecco, sì; bisogna stare attenti, veramente, alle conseguenze della logica. Tante volte si sdrucciola, e non si sa più dove si vada a parare.


§ 4.


Il caso di vedere gli uomini ridursi peggio d’una bestia è dovuto accadere molto di frequente a Varia Nestoroff.

Eppure ella non li ha uccisi. Cacciatrice, come voi siete cacciatore. Il beccaccino voi lo avete uc-