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per vendicarsi ancora, per vendicarsi meglio, gli resistette, è vero? finchè Giorgio, accecato, pur d’averla, le propose il matrimonio, la condusse a Sorrento dalla nonna, dalla sorella.

— No! Lo volle lei! lo impose lei!

— Va bene, sì; e potrei dire: affronto per affronto; ma no, io ora voglio stare a ciò che ha detto lei, signor Nuti! E ciò che ha detto lei mi fa pensare, ch’ella abbia imposto a Giorgio d’esser condotta lì in casa della nonna e della sorella, aspettandosi che Giorgio si ribellasse a questa imposizione perchè ella vi trovasse il pretesto di sciogliersi dall’impegno di sposarlo.

— Sciogliersi? Perchè?

— Ma perchè già aveva ottenuto lo scopo! La vendetta era raggiunta: Giorgio, vinto, accecato, preso di lei, del suo corpo, fino a volerla sposare! Questo le bastava, e non voleva più altro! Tutto il resto, le nozze, la convivenza con lui che certamente subito dopo si sarebbe pentito, sarebbero state l’infelicità per lei e per lui, una catena. E forse ella non ha pensato soltanto a sè; ha avuto anche pietà di lui!

— Dunque lei crede?

— Ma me lo fa creder lei, me lo fa pensar lei, che ritiene perfida questa donna! A stare a ciò che dice lei, signor Nuti, per una perfida non è logico ciò che ha fatto. Una perfida che vuole le nozze e prima delle nozze si dà a lei così facilmente...

— Si dà a me? — ha gridato a questo punto, scattando, Aldo Nuti, messo dalla mia logica con le spalle al muro. — Chi le ha detto che si sia