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Rosaria.
No, professore, non si tratta d’offesa.... si tratta di peggio! Lei, santo Dio, dovrebbe capire....
Il professor Toti si picchia parecchie volte con la punta dell’indice il petto con tale ana di filosofica malizia, che ella rimane come stordita, e domanda:
Come? che vuol dire?
Toti.
Dico che quanto a capire, — sono vecchio, signorina Rosaria — e tante cose capisco, che lei non può neanche immaginarsi! E prima di tutto, sa che cosa capisco? che certe furie.... certe furie, meglio lasciarle svaporare, signorina, svaporare....
Rosaria.
Ma io non ho nessuna furia, per sua regola, professore! Le dico che Giacomino non c’è, e basta. Se lei vuol trovarlo, non c’è bisogno che s’incomodi un’altra volta a venire qua, perchè Giacomino verrà lui a trovarlo — a casa, no! a casa, niente più! — deve farmi il piacere che tanto della sua casa, quanto di questa non se ne deve più parlare. —Alla scuola! Verrà a trovarlo a scuola — e basta!
ToYi.
Vede? E poi dice che non ha furia! Qua dev’esserci un piccolo malinteso, signorina. Lei dice che dovrei capire. Si, signorina. Ma, da vecchio, sa che cosa capisco io? Che quando c’è un mahnteso, bisogna subito chiarire, chiarire, signorina, chiarire francamente, senza sotterfugi.... senza riscaldarsi.... Vede me? — Un sorbetto.... — Chiarire.... chiarire....
Rosaria.
Va bene, d’accordo, professore. Lei intende, spiegarci? E va bene. Quanto prima, tanto meglio!